La sicurezza sul lavoro nel comparto della lavorazione del legno

La sicurezza sul lavoro degli addetti alla lavorazione del legno è sicuramente un argomento degno di essere approfondito, soprattutto per quanto riguarda i rischi di natura chimica e cancerogena, a cui sono esposti i lavoratori di questo settore.

Per analizzare al meglio questa tematica si può fare riferimento ad un progetto multimediale intitolato “ImpresaSicura_Lavorazione del Legno” realizzato da due Enti Bilaterali EBER ed EBAM e validato come buona prassi dalla Commissione Consultiva Permanente.  

Nel documento appena citato vengono approfonditi tutti gli aspetti inerenti la sicurezza sul lavoro in questo comparto, con particolare riferimento alla cosiddetta “seconda lavorazione del legno”, ossia quella lavorazione, che consente di realizzare il prodotto finito mediante l’utilizzo di semilavorati.     

I principali materiali utilizzati nel ciclo produttivo della “seconda lavorazione del legno” sono i seguenti:

  • Pannelli in legno
  • Pannelli in materiale composito
  • Collanti
  • Impregnanti
  • Vernici

Dal punto di vista merceologico il legno è suddiviso in base alle seguenti caratteristiche:

  • Tipologia botanica
  • Provenienza geografica
  • Grado di compattezza (legni duri e legni teneri)

Il ciclo produttivo della “seconda lavorazione del legno” è suddiviso in sei fasi lavorative, ognuna delle quali può essere associata alle sostanze nocive presenti o prodotte durante le lavorazioni. 

  • Operazioni di taglio e profilatura: polveri di legno, vapori di formaldeide. In questa fase non vengono impiegate sostanze o preparati chimici ma con l’utilizzo di attrezzature da taglio (seghe circolari, a nastro, troncatrici, ecc…) si possono produrre notevoli quantità di polveri di legno, che se inalate per lungo tempo possono dar luogo a patologie anche gravi. Inoltre, i pannelli di legno semilavorati possono essere trattati con formaldeide, i cui vapori sono considerati molto nocivi.
  • Carteggiatura: polveri di legno e vapori di formaldeide. Polveri a grana fine presenti in quantità molto elevata.
  • Impregnatura: vapori derivati da solventi e diluenti. L’esposizione a tali sostanze dipende sia dalla sostanza inalata sia dal metodo usato per l’impregnatura. Le principali tecniche utilizzate sono: a pennello, ad immersione, a spruzzo. La tecnica con il pennello è quella che presenta meno rischi per la salute perché viene utilizzato un minor quantitativo di prodotto.
  • Verniciatura: vapori derivati da solventi e diluenti; vapori contenti resine; pigmenti e additivi. L’esposizione a tali prodotti richiede la predisposizione di adeguate misure di prevenzione e protezione, vista la pericolosità delle sostanze presenti nelle vernici. I pigmenti utilizzati per colorare le tinte sono, da un punto di vista tossicologico, tra i preparati più pericolosi, in quanto possono contenere: ossidi e sali derivati da metalli pesanti (ferro, bario, cromo, ecc…).
  • Rifinitura: polveri di pigmenti. Polveri a grana fine presenti in quantità molto elevata. Anche in questo caso è necessario l’utilizzo di adeguate misure di prevenzione e protezione.     
  • Foratura: Polveri di legno e pigmenti. Irritazioni e dermatiti dovute alle sostanze utilizzate per trattare il legno.

In conclusione, alcune misure di prevenzione necessarie per contrastare gli effetti dell’esposizione a sostanze e polveri pericolose:

  • Sostituzione dei prodotti tossici con altri equivalenti ma meno tossici;
  • Predisposizione di dispositivi di aspirazione localizzata con cappe di dimensione e potenza adeguate;
  • Utilizzo di attrezzature dotate di dispositivi di aspirazione incorporati;
  • Installazione di impianti di ventilazione negli ambienti chiusi
  • Fornire e far utilizzare ai lavoratori i DPI per le vie respiratorie e la protezione cutanea;
  • Non superare mai il livello di esposizione dei lavoratori alle polveri di legno (5 mg/mc).

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