La sicurezza sul lavoro dei lavoratori over 50

E’ ormai noto come l’Italia sia uno dei paesi con la più alta percentuale di popolazione anziana nel mondo. Questo dato, unito all’aumento dell’età pensionabile, rende necessarie alcune riflessioni sulle misure da adottare per garantire la sicurezza sul lavoro, di una categoria di lavoratori soggetta a particolari criticità. Per approfondire al meglio questa tematica si può fare riferimento ad una pubblicazione dell’INAIL dal titolo “Lavorare negli anni della maturità – Invecchiamento attivo , salute e sicurezza dei lavoratori ultracinquantenni”.

Come specificato anche sul D.Lgs 81/08, in fase di valutazione dei rischi devono essere analizzati tutti i rischi, compresi quelli relativi alla differenza di età. Nel caso di un lavoratore over 50 dovrà essere prestata maggiore attenzione nella valutazione della capacità fisica, in relazione all’attività svolta e alle condizioni in cui tale attività viene effettuata. Il lavoro su turni o in condizioni di elevata temperatura, così come l’esposizione al rumore o la movimentazione di un carico, sono tutti elementi (ma non i soli) che devono essere considerati molto più pericolosi per un ultracinquantenne rispetto ad un lavoratore più giovane. Pertanto, prima di assegnare un over 50 a mansioni, che prevedono questi tipi di rischi, sarà opportuno valutare, anche e soprattutto con l’ausilio del Medico competente, se il lavoratore è in possesso dei requisiti fisici e mentali per svolgere il lavoro in sicurezza.

Secondo quanto riportato nel documento dell’INAIL, la maggior parte delle patologie o degli incidenti, che colpiscono i lavoratori ultracinquantenni, sono dovuti alle conseguenze dell’invecchiamento. Nello specifico essi riguardano principalmente:

  • Sistema cardiovascolare: danni o patologie cardiopolmonari dovuti a sforzi eccessivi, a elevati sbalzi di temperatura, a lavori effettuati ad alta quota, ecc..
  • Apparato muscolo – scheletrico: strappi dovuti alla perdita di forza ed alla diminuzione dell’elasticità muscolare.
  • Apparato visivo: diminuzione delle diottrie, diminuzione della capacità di mettere a fuoco, cadute dovute a problemi di vista o a mancanza di riflessi, ecc…

In contrapposizione a questi dati ce n’è uno che, ad una prima analisi, può risultare sorprendente. I lavoratori ultracinquantenni, soprattutto grazie all’esperienza, sono soggetti ad un minor numero di incidenti. C’è, però, da sottolineare che i danni subiti sono spesso più gravi e con tempi di recupero più lunghi. Inoltre, mentre i lavoratori più giovani tendono ad infortunarsi prevalentemente agli arti superiori ed agli occhi, gli over 50 hanno nella schiena la zona più colpita. Le scivolate, l’inciampo e le cadute restano per tutti i lavoratori (di ogni comparto) la cause principali di infortunio.

Infine, risulta utile riportare alcune misure operative per una migliore gestione della salute e della sicurezza sul lavoro dei lavoratori ultracinquantenni:

  • Sensibilizzazione e coinvolgimento del personale sulla tematica dell’età;
  • Predisposizione delle postazioni di lavoro secondo principi ergonomici adatti ai lavoratori anziani;
  • Miglioramento dell’ambiente, delle attrezzature e dei metodi di lavoro;
  • Sorveglianza sanitaria focalizzata ed incremento della periodicità delle visite;
  • Assegnare i lavoratori ultracinquantenni a mansioni, che prevedono minor sforzo fisico, come ad esempio: supervisione, formazione e tutoraggio dei nuovi assunti;
  • Modifiche dell’orario di lavoro;
  • Incremento dell’informazione e della formazione.

L’applicazione di queste proposte ed un processo di valutazione dei rischi incentrato sulle criticità dei lavoratori anziani, possono costituire un primo passo per “rendere le competenze, l’esperienza e la maturità di questa categoria di lavoratori, un asset di primaria importanza ed un valore aggiunto” per le imprese italiane.

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